L’acquisto della prima casa è un passo importante. Molti nuclei familiari vorrebbero spendere il meno possibile in affitto e comprare un’abitazione propria. Purtroppo, le difficoltà sono molte, soprattutto quelle economiche. I tassi per il mutuo prima casa e la mancanza di un garante non facilitano le cose. Un aiuto in questo senso è offerto dal Decreto Sostegni bis: i giovani potranno contare su tutta una serie di agevolazioni da parte dello Stato. Ecco quali sono e come usufruirne.
Con l’entrata in vigore del Decreto Sostegni bis il 26 maggio scorso sono state introdotte importanti novità. La più interessante riguarda gli “under 36”, vale a dire i giovani di età inferiore ai 36 anni che desiderano accendere un mutuo prima casa usufruendo di alcune agevolazioni.
Tante sono le coppie che vorrebbero investire sul mattone ma i costi troppo onerosi dello stipulare un contratto di mutuo e gli alti tassi di interesse non fanno altro che compilare le cose.
Questi aiuti vanno ad inserirsi nel più ampio disegno di agevolazioni adottate a livello nazionale che trovano applicazione nei confronti di chi vuole comprare una prima casa, indipendentemente dall’età. Si tratta, infatti, di agevolazioni sempre accessibili ed estese a tutti.
Il riferimento specifico è agli sgravi fiscali sulle imposte e alla possibilità di portare in detrazione IRPEF le spese legate al mutuo prima casa.
Degni di nota sono anche gli aiuti previsti esclusivamente per l’anno 2021, dominato dalla pandemia, a favore dei cittadini in evidente stato di disagio economico.
A tal riguardo, passeremo in rassegna le agevolazioni di cui potranno beneficiare quanti decidono di accendere un mutuo prima casa, per poi occuparci dei contributi fruibili da chi già possiede un’abitazione.
La prima grande novità per chi ha interesse a stipulare un mutuo per l’acquisto della prima abitazione riguarda la totale esenzione delle imposte da versare. La misura, lo ricordiamo indirizzata alle giovani coppie di età inferiore ai 36 anni, si concretizza nel completo azzeramento di alcuni tradizionali costi legati all’all’acquisto dell’abitazione.
Più nello specifico, i giovani che si apprestano ad accendere un mutuo prima abitazione non dovranno pagare tanto l’imposta di registro e quella ipotecaria, quanto quella catastale.
Queste sono completamente cancellate, mentre i costi notarili subiranno una decurtazione del 50%, vale a dire dovranno essere pagate soltanto per la metà.
Ma c’è di più. Si potrà beneficiare del completo azzeramento anche dell’IVA, nei casi in cui la casa venisse acquistata da un’impresa tenuta alla sua applicazione.
Come abbiamo avuto modo di sottolineare in precedenza, la sole condizioni personali da soddisfare per poter avere accesso alle agevolazioni trattate è di avere un’età anagrafica pari o inferiore ai 36 anni e l’essere titolari di un reddito ISEE annuo inferiore ai 40.000 euro. Questi, però, non sono gli unici requisiti da rispettare.
Altri sono strettamente connessi alla tipologia di immobile da acquistare tramite l’accensione di un mutuo prima casa. In poche parole, l’agevolazione viene riconosciuta di diritto se l’immobile appartiene alla categoria catastale di tipo A, fatta eccezione delle dimore di lusso ricomprese nelle categorie A/1, A/8 e A/9.
Le agevolazioni previste dal DL Sostegni bis non si esauriscono di certo qui. La novità più rilevante a favore dei giovani under 36 che acquistano una prima casa ruota attorno allo Stato.
Il DL Sostegni bis, tra le altre cose, ha decretato lo stanziamento di nuove risorse per il Fondo Garanzia Prima Casa gestito dallo Consap, per mezzo del quale i giovani, sempre nel rispetto del limite anagrafico e dell’ISEE non superiore ai 40.000 euro annui, otterranno una garanzia da parte dello Stato dell’80% sul prezzo di acquisto della prima casa, con tetto massimo di 250.000 euro.
Per meglio intenderci, l’Erario vestirà i panni del garante per l’accensione del mutuo sulla prima casa. In verità nella versione in bozza del DL Sostegni si prevedeva tutt’altra cosa. L’agevolazione sul mutuo prima casa non prevedeva alcuna soglia ISEE oltre alla totale garanzia dello Stato, vale a dire il 100% di copertura dell’anticipo.
In questo modo, i giovani avrebbero potuto risparmiare ancora di più sull’accensione di un mutuo per la prima casa, non essendo tenuti a versare alcun anticipo. Poi, però, le cose sono andare diversamente.
Durante l’iter di approvazione nel DL Sostegni bis sono state apportate delle modifiche e la misura è stata rivisita, facendo scendere la percentuale di garanzia dello Stato all’80%. Mentre la scadenza del beneficio rimane fissata al 30 giugno 2022.
Altro aspetto da chiarire al fine di fugare ogni dubbio e consentire ai giovani di fruire delle agevolazioni riguardanti la stipula di un contratto di mutuo per l’acquisto del primo immobile, è che cosa s’intende con il termine di “prima casa”.
Sono diversi i requisiti da soddisfare affinché si possa tecnicamente parlare di “prima casa”. Innanzitutto, il proprietario dell’immobile deve lavorare o svolgere una qualsiasi attività che non dà diritto alla retribuzione, nel luogo dove è allocata l’abitazione.
Nei casi in cui tale condizione non venisse soddisfatta, si potrà godere delle agevolazioni stabilite per l’acquisto della prima casa solo se il proprietario trasferisce la residenza presso tale immobile entro e non oltre 18 messi dalla stipula del contratto di acquisto.
Ai proprietari che fruiscono delle agevolazioni messe a disposizione dallo Stato per accendere un mutuo prima casa è fatto divieto di vendere l’abitazione, a meno che ne acquistano un’altra. Inoltre, nel Comune dove è allocato l’abitazione non si dovranno possedere altre proprietà.
Infine, lo abbiamo già accennato in precedenza, soltanto alcuni immobili appartenenti a determinate categorie catastali offrono la possibilità di godere delle agevolazioni sul mutuo prima casa: quelle di tipo A. sono invece escluse le “dimore di lusso”, vale a dire quelle rientranti nelle categorie A/1, A/8 e A/9.
Diversamente, le strutture in C/2, C/6, C/7 se dipendenti dall’unità abitativa principale danno diritto alle agevolazioni.
Per fruire di tutte le misure incentivanti alla stipula di un contratto di mutuo prima casa introdotte dal DL Sostegni bis occorre farne richiesta. Le domande potranno essere presentate trascorsi 30 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento governativo.
Essendo il DL sostegni bis entrato in vigore il 26 maggio scorso, l’apertura della finestra temporale per la presentazione delle domande di accesso al mutuo agevolato è prevista per il 24 giugno 2021.
Il termine ultimo di inoltro delle istanze è fissato al 30 giugno 2022.
Frequentemente chi si appresta a stipulare un contratto di mutuo prima casa non sa quali documenti vanno consegnati alla banca per portare l’operazione a compimento senza intoppi.
Oltre ai problemi legati alle tempistiche delle procedure di richiesta ed espletamento delle varie operazioni, le neo-coppie in procinto di acquistare casa devono fare i conti con i molteplici documenti e certificati da consegnare all’istituto di credito dove si decise di contrarre il mutuo.
Alcuni documenti sono facilmente reperibili poiché riguardano la sfera personale dei beneficiari, vale a dire codice fiscale, carta d’identità, eventuali certificati di separazione o divorzio. Altri, invece, certificano la situazione patrimoniale e reddituale della famiglia.
Questi ultimi, ovviamente prevalgono su tutti, con le dovute differenze. Se è un lavoratore autonomo ad accendere il mutuo in banca vanno rilasciati i modelli F24 e quelli dei redditi da PF. All’opposto, un lavoratore dipendente dovrà consegnare il CUD, modello 730 aggiornato e le ultime buste paga.
Ma oltre a voler conoscere il reddito, la banca vorrà avere delle informazioni dettagliate sulla situazione patrimoniale dei richiedenti, ovvero conoscere lo stato dei depositi. Si tratta di dati fondamentali attraverso cui l’istituto può verificare se i fondi a disposizione sono sufficienti a portare avanti l’operazione.
In parole povere, la banca ha interesse a capire se si dispone di buoni fruttiferi, assicurazioni, libretti di risparmio e via dicendo per testare il grado di solvibilità.
Naturalmente sono necessari anche i documenti tecnici riguardanti l’immobile acquistato: planimetria, proposta d’acquisto, visure catastali, APE e concessione edilizia (se prevista).
In caso di ristrutturazione occorre il disegno del progetto, il computo metrico e eventuali altre autorizzazioni.
